23 settembre 2022

Correva l’anno 2022, più precisamente era il 5 febbraio, quando un ragazzo di terza superiore stava consumando il suo prezioso intervallo alla ricerca frenetica di un professore, il professor Amiconi.

Il motivo?

I due dovevano parlare di molte cose.

Dopo aver corso da un plesso all’altro dell’Istituto “Leonardo Da Vinci” di Carate Brianza alla ricerca del suo ex professore di italiano se lo trovò davanti.

Allora iniziò dicendo: “Salve prof! La disturbo per caso? Avrei bisogno di parlare di una cosa che ultimamente mi sta preoccupando, e non poco”.

“Molto volentieri, ma tu non dovresti andare a lezione ora?” rispose lui

“Sì, dovrei, ma la professoressa Saccani oggi è assente, per cui non ho lezione e tanto il supplente non arriva mai, posso rubarle quindi un paio di minuti? Sicuro che non la disturbo?”

“Non mi disturbi affatto, parla pure.”

“Lei conosce Mattia, vero?

Mattia era un suo compagno di classe, faceva quel che gli veniva detto di fare il più delle volte controvoglia e senza prestare tutta questa grande attenzione ai dettagli.

“Sì lo conosco, era mio studente l’anno scorso”

“Bene, allora lei è la persona giusta con cui parlarne.” “Vede prof” continuò il ragazzo “lo vedo sempre in disparte; fa fatica a socializzare con gli altri compagni, un po’ perché molto intelligente, un po’ perché lo ammetto, sotto certi aspetti è un po’ strano, ma non così tanto da non permettergli di trovare qualcuno da poter chiamare amico all’interno della classe. Nonostante lui ritenga la scuola importante penso la viva in modo sbagliato. Non gli piace venire qui perché lo ritiene un luogo dove adulti di cui non gli importa niente gli insegnano cose inutili. A volte la definisce addirittura una noia mortale, un luogo di prigionia perché non può fare solamente ciò che gli interessa, ma è obbligato a fare anche materie che non gli piacciono.”

“Quali?”

“Diciamo l’80% delle materie scolastiche.”

“Ma va male in quelle materie?”

“Alcune si rifiuta categoricamente di studiarle, altre invece non le studia proprio perché va bene.”

A questo punto il professor Amiconi fece una domanda: “E allora? Se va bene perché mai dovrebbe studiarle?”

Il ragazzo si prese del tempo per rispondere e formulare la sua risposta.

“Perché è solo imparando giorno dopo giorno qualcosa di nuovo che ci si può sentire davvero vivi, che si possono espandere i propri orizzonti e questo non vale solo per le materie tecniche, ma anche per tutte quelle materie umanistiche. Non esistono discipline da cui non si può imparare qualcosa di nuovo. Però secondo me il problema più grande è un altro.”

“Vede prof” continuò il ragazzo “A differenza mia e di altri miei compagni, lui non ha ancora capito la vera utilità della scuola ed il modo per appassionarsi alle materie. Purtroppo, non ha ancora capito che dovrebbe dare una chance ai suoi professori e magari chissà, potrebbe rimanere stupito di quello che scoprirebbe. Generalmente i prof sono visti male, quando in realtà ciò che dovrebbe capire ogni studente è che sono anche loro persone con i loro pregi, i loro difetti, i loro momenti “no” come del resto tutti a questo mondo. Così facendo diventerebbe più facile ascoltarli e poco a poco modificare la propria idea sul loro conto. Addirittura, alcuni da semplici docenti si trasformano in maestri di vita”.

“Cosa intendi con maestri di vita?”

“Con maestri di vita intendo coloro di cui si vede la passione, che ispirano a migliorarsi, a seguirli oppure che fanno appassionare ad una certa materia. Quelli sono Professori con la P maiuscola. Quelli che in un modo o nell’altro riescono a creare un legame che va al di là della scuola.”

“Certo, concordo su ciò che hai detto. Ma, in fondo, penso che tu abbia già capito qual è l’ostacolo grande per far capire questa cosa anche a lui.”

“La libertà?”

“La libertà. Nessuno può obbligarlo a studiare se non vuole, nessuno può obbligarlo a vedere in un insegnante una figura di riferimento e nessuno può impedirgli di fare ciò che crede meglio per sé stesso e per il suo futuro. Capisci?”

“Certo, ma non ci sarebbe un modo per farglielo capire? Voglio dire, dopotutto, rischia di rimanere indietro e di essere rimandato a settembre se continua di questo passo.”

“L’unica cosa che puoi provare a fare è raccontargli la tua esperienza, quello che hai visto e sentito, poi chissà cosa succederà.”

“Va bene professore, ci proverò.”

“Ora dovrei andare in aula insegnanti, ma prima avrei un’ultima domanda: perché ti importa? Voglio dire, lo conosci da così poco, eppure ti preoccupi per lui. Come mai?”

“Beh, è una lunga storia prof, ma per farla breve diciamo che credo nella possibilità di sentirsi uniti tra noi compagni di classe; credo in una scuola dove alunni e professori sono prima di tutto visti come persone, in secondo luogo per il loro ruolo e dove ognuno può prendersi cura dell’altro. È per questo che mi preoccupo di lui, come del resto mi preoccuperei anche di un altro compagno, o addirittura di un docente qualora qualcosa non andasse bene.”

“Va bene, a maggior ragione ricordati di parlargli. È stata una bella chiacchierata, ora torno in aula insegnanti.”

“Ok prof, lo farò.”

Stava per suonare la campanella e a quel punto il ragazzo tornò in classe. Trovò Mattia in fondo all’aula a farsi gli affari suoi al pc.

Si confrontò con lui, i due chiacchierarono ed il ragazzo gli disse le sue preoccupazioni.

Mattia reagì bene, capì dove stava sbagliando, cosa poteva migliorare nel suo atteggiamento e ringraziò il suo compagno per averglielo fatto notare.

Da quel momento Mattia non fu più il ragazzo all’ultimo banco che non vedeva l’ora di andare a casa per giocare a skyrim finite le lezioni: cambiò, si impegno di più, visse il resto dell’anno in modo diverso integrandosi con il resto della classe e stringendo nuove amicizie.

 

La morale della storia?

Beh, ci sarebbero molti spunti di riflessione da fare su questa piccola storia: Aiutare chi è in difficoltà, libertà di scelta, fratellanza e senso di inclusione, cambiare il modo di vedere le cose.

Non sarà il ragazzo protagonista della storia a parlarvene perché trovare la chiave di lettura della storia sarà compito proprio vostro, miei cari lettori.

 

RL